NEWS: Erba: l’Ensemble “Umberto Giordano” rende omaggio a Giuseppe Verdi nel bicentenario della nascita

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Le canzoni di Ludwig - Beethoven’s Folk Songs

REGISTRAZIONE INEDITA
PRIMA INCISIONE ITALIANA


1. The Golden Robe da 26 Welsh Songs, Wo0 155
2. Sunset da 25 Scottish Songs, op. 108
3. The Vale of Clwyd da 26 Welsh Songs, Wo0 155
4. Put round the bright wine da 12 Irish Songs, Wo0 154
5. Constancy da 26 Welsh Songs, Wo0 155
6. Da brava, Catina (canzonetta veneziana) da 23 Songs of various nationalities, Wo0 158a
7. Una paloma blanca da 23 Songs of various nationalities, Wo0 158a
8. A Madel, ja a Madel da 23 Songs of various nationalities, Wo0 158a
9. Teppichkrämer-Lied da 23 Songs of various nationalities, Wo0 158a
10. Sion, the Son of Evan da 26 Welsh Songs, Wo0 155
11. Since greybeards informs us that youth will decay da 20 Irish Songs, Wo0 153
12. Thy ship must sail, my Henry dear da 20 Irish Songs, Wo0 153
13. The Parting kiss da 26 Welsh Songs, Wo0 155
14. Kak pošli naši podružki da 23 Songs of various nationalities, Wo0 158a
15. Akh, recen’ky, recen’ky da 23 Songs of various nationalities, Wo0 158a
16. Behold, my love, how green the groves da 25 Scottish Songs, op.108
17. Come draw we round a cheerful ring da 25 Irish Songs, Wo0 152
18. Morning a cruel turmoiler is da 25 Irish Songs, Wo0 152
19. The Cottage Maid da 26 Welsh Songs, Wo0 155
20. The kiss, dear maid, thy lip has left da 20 Irish Songs, Wo0 153
21. Ih mag di nit nehma da 23 Songs of various nationalities, Wo0 158a

Ensemble “U. Giordano”
Gianna Fratta, pianoforte
Dino De Palma, violino
Francesco Montaruli, violoncello
Ida Fratta, soprano
Cüneyt Ünsal, baritono


Le canzoni di Ludwig
Beethoven’s Folk Songs
di Dino De Palma


Tra il 1810 e il 1820 Beethoven (Bonn 1770 - Vienna 1827) si dedicò, tra l’altro, ad un lavoro piuttosto insolito, su richiesta di un uomo scozzese, George Thomson di Edimburgo (1757 – 1851), ossia all’arrangiamento di quasi 200 folk songs irlandesi, scozzesi, gallesi, inglesi, tirolesi, italiane, tedesche, russe, spagnole e di varie altre nazionalità. Questa produzione, pur attualmente ancor poco esplorata nella sua totalità, rappresenta un affascinante ed inconsueto viaggio in originali e preziose miniature che rivelano un lato poco noto del genio di Bonn.
La convinzione popolare che Beethoven abbia accettato questo lavoro al fine esclusivo di trarne del guadagno – Thomson, infatti, lo pagava lautamente e costantemente – ha certamente del vero; ma altrettanto certo è che il compositore di Bonn amò questa forma di composizione ed in un certo senso si appassionò al progetto di far rivivere i canti popolari di varie nazionalità, non solo armonizzandoli, ma arrangiandoli per una insolita formazione cameristica su indicazione dello stesso Thomson.
Tra la fine del XVIII secolo e l’inizio del XIX, infatti, vi furono in Scozia numerosi movimenti culturalmusicali volti alla riscoperta e soprattutto alla “collezione” dei canti popolari. La prima rilevante raccolta in questa direzione fu Orpheus Caledonius (Londra, 1725), edita da William Thomson. Ne seguirono numerose altre; ma l’originalità del lavoro di George Thomson risedette in almeno tre elementi: ricorse non a compositori locali, ma ai più apprezzati musicisti dell’epoca (Pleyel, Kozeluch, Haydn e dopo Beethoven); non si accontentò di semplici armonizzazioni delle melodie popolari che lui stesso ricercava e faceva pervenire ai compositori, ma richiese un lavoro di “arrangiamento” ed “elaborazione” del materiale melodico ed armonico di estrazione popolare che prevedesse introduzioni, modulazioni, sviluppi, code; invece del semplice ed usuale accompagnamento pianistico, commissionò arrangiamenti che prevedessero le parti opzionali di violino e violoncello, in aggiunta al pianoforte.
Era il 1803 quando per la prima volta Thomson scrisse a Beethoven per commissionargli la continuazione del lavoro già iniziato - e per vari e differenti motivi interrottosi - da Pleyel, Kozeluch e Haydn; ma solo nel 1809 Beethoven accettò la proposta e la prima raccolta, contenente 53 folk songs, risale al Luglio del 1810.
Senza dubbio le prime raccolte furono per la maggior parte di melodie irlandesi e gallesi; solo più tardi Thomson iniziò a spedire a Beethoven melodie scozzesi. Nel 1815, poi, Thomson decise di voler pubblicare anche un volume di melodie “continentali”, provenienti da vari Paesi e a questo fine chiese a Beethoven di trovare due o tre melodie e canti tra i più rappresentativi di vari Stati, come la Spagna, la Germania, l’Italia, la Russia. Beethoven lo fece e ne nacquero le raccolte oggi note come “12 Songs of Various Nationalities, Wo0 157”, “23 Songs of Various Nationalities, Wo0 158a” e “6 Songs of Various Nationalities, Wo0 158c”.
L’ammirazione mostrata da Thomson per il lavoro compositivo di Beethoven fu immediatamente palese, nonostante le vendite dei volumi con le varie raccolte non andassero particolarmente bene; “ha composto per i posteri”, scrisse Thomson nel 1821 ritenendo che gli arrangiamenti di Beethoven fossero troppo ambiziosi e troppo difficili per il pubblico contemporaneo e ancora paragonò le canzoni arrangiate dal nativo di Bonn ai Drammi di Shakespeare che trascendono l’ordinarietà dei lavori di molti drammaturghi contemporanei. E per questa ragione, nonostante il tiepido successo commerciale, Thomson continuò a pubblicare le raccolte fin dopo il 1840.
La traboccante energia, la ricchezza delle textures, l’approccio innovativo al dialogo tematico tra i due strumenti ad arco, l’ingenuità motivica dei preludi e postludi, l’originalità delle armonie e soprattutto l’incredibile varietà fanno di questa produzione beethoveniana un esempio di altissimo virtuosismo compositivo nel riuscire a sviluppare materiali semplici e testimoniano il valore indiscusso di queste deliziose miniature.
Il presente CD propone l’ascolto di 21 folk songs accuratamente selezionate dalle seguenti raccolte: 25 Irish Songs, Wo0 152, 20 Irish Songs, Wo0 153, 12 Irish Songs, Wo0 154, 26 Welsh Songs, Wo0 155, 23 Songs of various nationalities, Wo0 158a, 25 Scottish Songs op.108. Queste ventuno melodie offrono all’ascoltatore una panoramica completa delle canzoni popolari di derivazione irlandese, gallese, scozzese, tedesca, inglese, russa, spagnola, italiana e rappresentano un unicum ideale all’interno di un percorso multilinguistico e multimusicale capace di offrire un esempio rappresentativo dell’intera produzione delle “canzoni di Ludwig”.
Registrazione a 24 bit effettuata a Foggia presso l’auditorium del Conservatorio “U. Giordano” nell’ottobre 2008
Progetto artistico: Dino De Palma
Tecnico del suono: Fabio Framba
Direzione artistica, editing: Fabio Framba
CD prodotto da Associazione Spazio Musica
Fotografie: Franco Cautillo – Foggia

In copertina l’ensemble U. Giordano

Dino De Palma suona un violino di Giampaolo Savini 2002
Francesco Montaruli suona un violoncello Raffaele Fiorini 1894
Gianna Fratta suona un pianoforte gran coda Steinway & Sons
 
 
 
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